0

MENTRE A ROMA SI DISCUTE DI SPAZZA CORROTTI A MONZA SI PROROGANO I CONTRATTI

Mentre a Roma si discute del disegno di legge “Spazza corrotti” che prevede, tra l’altro, che l’impresa che abbia beneficiato di appalti vinti attraverso il ricorso a condotte corruttive subirà l’interdizione a contrarre con la Pubblica Amministrazione per almeno 5 anni, a Monza accade l’esatto opposto.

La cronaca ci riporta infatti che un appalto da ben 120 milioni di euro relativo alla raccolta rifiuti, della durata di nove anni, anche se viziato per corruzione, può essere addirittura prorogato. L’inchiesta Clean City che lo ha scoperchiato ed ha messo in manette numerosi politici e imprenditori è proseguita con una segnalazione, da parte dei portavoce pentastellati, all’Autorità nazionale anticorruzione conclusasi con il commissariamento dell’appalto. Da quel momento, quindi, gli utili provenienti dall’appalto sono diventati di spettanza del Comune di Monza. Tutto chiaro, se non fosse che, ad un anno e mezzo di distanza, il Prefetto di Monza sia intervenuto per revocare questo commissariamento, facendo in modo che gli utili ritornassero ad essere di competenza della società che aveva vinto l’appalto grazie alle mazzette.

Come se ciò non bastasse, il Comune di Monza, anziché accelerare i tempi per indire la nuova gara d’appalto, ha tergiversato (chiedendo anche un inutile parere all’ANAC) al punto da esser costretto a concedere la proroga all’appalto viziato dalla corruzione fino alla nuova individuazione del vincitore della gara. Oggetto del contendere sono gli utili milionari accantonati dal commissario nominato dall’ANAC quali proventi di un appalto dai margini enormi assicurati dalla corruzione, oltre che dallo sconto dell’1% fatto in sede di gara, dall’unica ditta partecipante.

Nessuna norma contro la corruzione potrà mai essere sufficientemente efficace per combatterla se mancano delle persone oneste e competenti nei posti-chiave dell’amministrazione. Ecco perché, per evitare che per effetto di operazioni di cattiva interpretazione o di scelte discutibili siano favoriti i soggetti coinvolti in episodi di corruzione, contratti di appalto come quelli qui descritti devono essere ritenuti nulli di diritto (come già affermato dalla Cassazione) e, di conseguenza, a partire da quel momento gli utili devono divenire di spettanza della stazione appaltante fino all’indizione di una nuova gara d’appalto.

A quanto pare per rendere questo principio chiaro e comprensibile a tutti l’unica strada percorribile, ancora una volta, sembra essere quella di scrivere un progetto di legge.

admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *