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LA RIVOLUZIONE ECOLOGICA DEVE PARTIRE DALLE SCUOLE

Quanto accaduto in una scuola media secondaria di primo grado di Merate desta un certo allarme. Il tema sono gli addobbi natalizi, la cui realizzazione da sempre rappresenta un’occasione di creatività e di lavoro di squadra nelle scuole, se non fosse che l’insegnante in questione ha richiesto agli alunni delle sue tre classi di realizzare delle palle per decorare l’albero di Natale, nel 2018, composte ciascuna interamente di 200 bicchieri di plastica. Seppur non si tratti di bullismo o di uno dei dozzinali episodi di violenza cui le cronache ci hanno abituato, un avvenimento del genere lascia ugualmente sconcertati e rappresenta un chiaro sintomo di insensibilità per il tema ambientale ed ecologista.

Tutto questo accade mentre in Regione è appena stata approvata, a seguito delle comunicazioni delle istituzioni europee, una risoluzione ridenominata “plastic free”. Questo scollamento della società civile – per di più in una scuola – rispetto alle iniziative ed all’attività delle istituzioni regionali non può lasciar indifferenti e non deve condurci all’assuefazione. Ecco perché ho chiesto alla Regione di intensificare da subito la campagna comunicativa per la sensibilizzazione ecologica.

Considerato che l’approvazione della nostra legge sui tagli dei vitalizi ha consentito di risparmiare 700 mila euro che sono stati utilizzati anche per assumere diversi giovani borsisti da specializzare in diritto amministrativo perché possano diventare ottimi funzionari dell’amministrazione pubblica locale, è forse il caso di formare anche giovani laureati in scienze ambientali per sensibilizzare i docenti sulla salvaguardia dell’ambiente e sul drastico impatto che sullo stesso posso avere molti dei consueti comportamenti umani. Quello che mi duole più di ogni altra cosa è il fatto che la scuola dovrebbe rappresentare, per chi la frequenta, il laboratorio per eccellenza di azioni virtuose. La scuola infatti –  quale centro di formazione culturale – dovrebbe essere ancora più sensibile degli studenti e delle loro famiglie per poter garantire che si diffondano nel vivere civile degli atteggiamenti virtuosi, che siano poco impattanti sull’ambiente e ne garantiscano il rispetto e la salvaguardia. Sorge il dubbio che i fenomeni di bullismo sempre più diffusi trovino le loro radici nei grandi limiti educativi del sistema scolastico di cui questi episodi sono emblematicamente rappresentativi.

admin

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