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GOVERNO IMPUGNA LEGGE FUNERARIA: ACCOLTE TUTTE LE MIE ISTANZE

Il Governo ha impugnato la legge regionale n. 4 del 04/03/2019 sulla attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali in quanto varie norme in materia di polizia mortuaria e di attività funebre si pongono in contrasto con i principi fondamentali in materia di “tutela della salute”, invadendo altresì la competenza statale in materia di ordinamento civile e in materia di Stato civile e di anagrafi, in violazione della Costituzione. E’ motivo di grande orgoglio e soddisfazione in quanto avevo presentato una pregiudiziale di costituzionalità che solo in parte ci è stata accolta in Consiglio regionale e pertanto il Governo è stato costretto ad impugnare la legge. E’ un episodio simbolo questa impugnazione per diversi motivi. Si trattava dell’ultima parte della riforma sanitaria lombarda che è un disastro perché ha consegnato la sanità lombarda in mano ai privati. Ed è una testimonianza di come in questo consiglio regionale si lavori in pessime condizioni. Si era partiti con una ipotesi condivisibile di testo nel gruppo di lavoro ma poi in commissione il testo è stato stravolto e in aula sono arrivati emendamenti che erano assolutamente privi di buon senso oltre che di rispetto delle norme costituzionali. In primo luogo per l’istituzione di Centri di servizio che rischiano di vedere ulteriori infiltrazioni criminali in un settore che è già altamente a rischio. La politica regionale voleva far passare questa rischiosa norma in sordina concentrando l’attenzione sulla possibilità di tumulare gli animali insieme ai padroni. Ma la nostra vigile attenzione non si è fatta abbindolare da questi specchietti per le allodole. La situazione in consiglio regionale è talmente grave che per evitare che errori simili possano accadere ancora ho presentato anche una proposta di modifica del regolamento del consiglio per prevenire ipotesi di incostituzionalità. In queste condizioni temo che sia impossibile attribuire ulteriori spazi dei autonomia a chi non è in grado di gestire quella già concessa. Questo non è che la drammatica sintesi del primo anno della XI consiliatura.

 

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