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LO SVILUPPO SI CREA ANCHE CON UN CODICE DEGLI APPALTI BEN FATTO: IN VIGORE LO SBOCCA CANTIERI

Il 18 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto leggo denominato Sblocca Cantieri, che si propone l’ambizioso obiettivo di dare un impulso agli appalti pubblici in ottica di volano all’economia e di semplificare un settore che era diventato con il codice dei contratti assolutamente ingessato. La parte più consistente del decreto consiste infatti nella riforma del Codice appalti, con ben 32 articoli, sui 220 che lo compongono, che vengono ad essere modificati. Alcune novità hanno fatto discutere ma sono convinto che siano decisioni corrette oltre che positive per l’economia. La quota massima di subappalto viene innalzata dal 30% al 50%. Per questa modifica non sono mancate le critiche da parte di chi sostiene che ciò favorirebbe le infiltrazioni mafiose. Occorre ricordare, però, che è proprio l’Europa che vorrebbe vietare ogni vincolo diretto all’utilizzo dell’istituto del subappalto, tanto che la Commissione Europea ha ufficialmente aperto una procedura di infrazione per le limitazioni al ricorso del subappalto presenti nella vigente normativa italiana. Le infiltrazioni mafiose sono poi da ricercare a monte e direttamente nelle istituzioni. I mafiosi ormai hanno imperi economici e rivestono il ruolo di stazione appaltante o grande impresa e non quello del subappaltatore.

Altre misure sono volte a velocizzare le procedure di gara, come l’innalzamento da 150 mila a 200 mila euro dell’importo previsto per l’assegnazione degli appalti di lavori tramite procedura negoziata e, soprattutto, la possibilità di affidare appalti di lavori di importo fino a 5,5 milioni di euro, mediante utilizzo del criterio del prezzo più basso ed escludendo le offerte che si posizionano al di sopra di una soglia di anomalia, calcolata con un metodo che dovrebbe prevenire accordi anticoncorrenziali. Anche questo provvedimento è stato oggetto di pesanti critiche da parte di chi ritiene che favorire il criterio del prezzo più basso, rispetto a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, vada a discapito della qualità degli appalti. Ma la maggior parte delle offerte tecniche sono semplicemente offerte standard che vengono presentate dagli operatori economici, adattandole con lievi modifiche, per tutte le gare. In questo modo, nella stragrande maggioranza dei casi, le stazioni appaltanti si trovano a valutare non tanto il valore della proposta tecnica, quanto piuttosto l’affidabilità dell’appaltatore, svilendo così il valore aggiunto che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa dovrebbe apportare. Inoltre, si deve tenere presente che la maggior parte degli appalti hanno caratteristiche talmente standardizzate che non si riesce a comprendere quali aspetti dell’offerta tecnica la Commissione giudicatrice dovrebbe valutare. In altri termini, nella quasi totalità dei casi, quando la stazione appaltante è in grado di scrivere dettagliatamente nel capitolato le prestazioni che si pretende vengano svolte dall’appaltatore, l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa risulta inutile. Senza dimenticare che il criterio del prezzo più basso, oltre che meno oneroso per le stazioni appaltanti, rappresenta indubbiamente il parametro di valutazione più oggettivo e trasparente. L’offerta economicamente più vantaggiosa viene spesso utilizzata per far vincere aziende gradite con punteggi d hoc.

Infine, la modifica che appare più rilevante,  è il superamento della “soft law”. Entro 180 giorni entrerà in vigore un regolamento che comporterà la scomparsa dell’attuale sistema basato su regolamenti attuativi – di cui solo la minima parte di quelli inizialmente previsti sono stati emanati – e sulle linee guida ANAC. In un Paese dove la norma è non rispettare le leggi e dove l’impunità è la regola la “soft lw” era un assoluta fesseria. Appare quindi veramente singolare che gli artefici del disastro provocato dal Codice attualmente in vigore siano tra i critici più feroci di chi sta tentando di porre qualche rimedio con provvedimenti come il decreto Sblocca cantieri.

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