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IL RICORSO ALLA TECNOLOGIA E’ FONDAMENTALE PER MIGLIORARE LA SANITA’

Nella mattina di Venerdì sono stato invitato a dare il saluto iniziale all’evento FIM 2019 Fisica e Informatica in Medicina che si è tenuto a Sesto San Giovanni. L’occasione è stata utile per ribadire che Regione Lombardia non coglie l’opportunità di queste soluzioni ma si muove con troppa titubanza verso l’innovazione. In primo luogo deve essere respinto il ragionamento che gli stanziamenti di 350 milioni fatti dal Ministro Grillo in conto capitale nel prossimo triennio, per la riduzione delle liste di attesa non abbiano immediati benefici perché il problema è solo la carenza di personale medico. Così come l’assunto che le modifiche normative adottate non siano sufficienti. Certamente la mancata programmazione della corretta necessità di personale medico è un grosso errore fatto dai precedenti Governi. Ma le responsabilità di Regione Lombardia sono quelle di non saper dare una diversa risposta organizzativa se non quella di affidare ai privati la gestione della sanità lombarda. Devo riconoscere che alcuni rilievi da me posti, come il ricorrere alla telemedicina, sono anche stati presi in considerazione. Ma quello che manca è una visione organizzativa diversa che possa dare una risposta ad una domanda in crescita e a risorse in diminuzione. Per superare l’ospedalizzazione della sanità occorre coinvolgere nuove figure professionali che vanno oltre quella del medico. Occorre puntare sulla prevenzione e su di un sistema che possa aumentare la produttività del settore sanitario. Le possibilità offerte dalla tecnologia permettono a figure professionali come quelle dell’infermiere, di dare una risposta alle famiglie e di sgravare di incombenze i medici. Queste nuove tecnologie devono essere gestite da personale adeguatamente formato in modo che ancora di più si possa dare una risposta evoluta alle esigenze dei cittadini. Purtroppo invece assistiamo a sistemi informatici che non funzionano (il fatto che solo adesso si arrivi a definire la necessità di un CUP unico pubblico privato è semplicemente scandaloso), a medici di medicina generale costretti a fare i ragionieri del malato cronico, infermieri (senza lavoro) che potrebbero ben sgravare di incombenze i medici e infine tecnici ospedalieri che preferiscono emigrare all’estero. Ebbene se il Governo ha stanziato importanti somme per investimenti, è proprio perché tramite queste spese in conto capitale si potrà dare una risposta definitiva e duratura al problema delle liste di attesa. Certamente non sarà immediata e richiede una programmazione e una idea di quello che si vuole fare per la sanità lombarda. Ovvio che la Regione prediliga il ricevere somme in conto esercizio da trasferire immediatamente al privato. Nulla di nuovo sotto il sole. Noi diciamo che queste ingenti somme devono essere immediatamente investite in strumentazioni che permettano una maggiore produttività e di conseguenza un miglioramento del servizio senza ulteriori costi di gestione. Questo richiede uno sforzo organizzativo e politico che probabilmente Regione Lombardia non è in grado di dare, oppure non vuole dare, perché succube del sistema provato accreditato.

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