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Anche il Sole 24 Ore certifica il fallimento della riforma sanitaria lombarda.

L’articolo del Sole 24 Ore descrive molto chiaramente quello che da tempo sostengo: che la riforma della cronicità non funziona e mai funzionerà e che la presa in carico era lo strumento per consegnare la Sanità completamente in mano ai privati (nella forma delle cooperative di medici prima e con le quotate in borsa poi). I privati convenzionati accettano solo attività ad alto valore aggiunto per mantenere alta la redditività della sanità privata. Le risorse messe a disposizione dalla Regione Lombardia per la presa in carico non sono state ritenute abbastanza remunerative da parte del privato per procedere a gestire a quelle condizioni la cronicità. A questo motivo meramente utilitaristico si è aggiunta la contrapposizione dei medici al modello proposto che li vedeva ridotti a meri impiegati di una cooperativa e forse un domani di un società quotata che avrebbe imposto le sue direttive in relazione alle scelte terapeutiche e ai medicinali da somministrare. Quella che è fallita è la visione della sanità intesa come “catena di montaggio della salute” in cui ogni paziente è visto come una risorsa con una dote finanziaria da spendere che viene “gestito” all’interno di un procedimento fatto di medicinali e analisi diagnostiche che dovevano generare un profitto al “gestore” nell’ambito della cura della salute del paziente. La ferma opposizione a tale visione, per la verità frutto della politica “formigoniana”, mai smentita nei fatti dal governatore Fontana, dei medici di medicina generale e dai pazienti ha determinato la sonora bocciatura della presa in carico della cronicità. Alla catena di montaggio della salute noi preferiamo lo sviluppo della medicina territoriale con le aggregazioni di medici di base, incentivando l’uso della telemedicina e lo sviluppo dell’infermiere di famiglia. Facendo decollare la farmacia dei servizi con all’interno un infermiere e di conseguenza alleggerendo la pressione su pronto soccorso e medicina di base. L’articolo del Sole 24 conferma che la nostra opinione è corretta e condivisa e, confido, che anche la nostra soluzione lo sia. Del resto un anno or sono avevo proposta di trasformare il San Gerardo di Monza in IRCSS e ora la Regione ha iniziato l’iter per la trasformazione. Al termine della legislatura manca ancora molto e ho l’impressione che il tempo sarà galantuomo.

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