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SULLE CURE DOMICILIARI LA TUTELA DEI PAZIENTI E DEI LAVORATORI DEVE ESSERE LA MEDESIMA

In data 4 agosto 2021 è stata siglata un’Intesa tra Stato e Regioni circa lo sviluppo delle “cure domiciliari”.

LEGGI QUI IL DOCUMENTO

Si dice che un giorno di cura ospedaliera costi 600 € mentre a casa solo 60 €. E con la telemedicina questo è un traguardo assolutamente alla portata di chiunque.

Con il provvedimento si estende alle cure domiciliari il sistema di autorizzazione e accreditamento per tutti gli enti e soggetti, pubblici e privati, che erogano tali servizi. Si danno dei parametri da rispettare e le Regioni devono adeguarsi entro 12 mesi.

Si tratta di una condizione fondamentale per poter spendere i 4 miliardi del Recovery Plan.

È opportuno che nell’ambito delle cure domiciliari si specializzino coloro che fino a oggi hanno trattato con le categorie interessate alla “vecchia maniera”. Si tratta in particolare delle RSA che devono superare il concetto di cura somministrata esclusivamente dentro propria struttura, ma devono vederla come l’ultima soluzione rispetto ad altre come i Day Hospital, l’assistenza domiciliare eccetera.

Per evitare che tutto questo si risolva in una mera speculazione economica, l’ideale sarebbe che tale tipologia di servizio fosse gestita dal pubblico, oppure da enti no profit. Temo però che limitare al no profit la gestione di questo servizio possa contrastare con la normativa nazionale e comunitaria.

Occorre allora che la Regione, attuando tale sistema di cure, identifichi degli operatori che in primo luogo abbiano personale dipendente e non precario (quindi medici, infermieri e OSS con regolari contratti di lavoro dipendente) e che controlli bene ciò che avviene in questo mercato, privilegiando magari con una premialità gli enti no profit.

Il rischio che con un accreditamento generalizzato e scarsi controlli si verifichino abusi, truffe e in definitiva si approfitti dello stato di bisogno delle persone, è molto elevato.

admin

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