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SERVIZI PUBBLICI BRIANZOLI TRA INCHIESTE E COMMISSARIAMENTI, CHI CONTROLLA CHI?

 

 

Gli avvisi di garanzia in relazione alla vicenda A2A-AeB hanno nuovamente puntato un faro sui servizi pubblici locali in Brianza.

A partire dai pasticci combinati nel ciclo idrico, dove avevamo impugnato il percorso aggregativo di Brianzacque, e per cui il TAR aveva negato legittimazione ai nostri consiglieri comunali, condannandoci al pagamento delle spese, e di cui attendo ancora l’esito delle indagini del Dr. Bellomo, a proposito del concorso che vide vincitore l’ing. Facchinetti, subito dopo dimissionario in conseguenza delle mie numerose istanze sulla regolarità della selezione.

Per poi passare al masterplan dell’impianto di depurazione di Monza, appalto da 65 milioni di euro che dopo le nostre segnalazioni e istanze di intervento all’ANAC è finito per costare “solo” 15 milioni.

Anche su questo argomento nessun Sindaco aveva messo in dubbio la serietà del progetto.

Cosa dire inoltre della scandalosa vicenda dell’appalto rifiuti di Monza, in cui la società Sangalli, condannata per corruzione, venne prorogata nell’appalto dal Sindaco Scanagatti e, manco a dirlo, nuovamente aggiudicataria dell’appalto bandito dall’attuale Sindaco Allevi?

E del relativo commissariamento da parte di ANAC e delle somme accantonate, diversi milioni di euro, che non sono mai arrivate nelle casse comunali?

Parliamo anche delle vicende dell’inceneritore di Desio che fecero rizzare i capelli anche alla Dr.ssa Ceribelli, poi prontamente rimossa.

E mentre la politica brianzola non reagisce alla vicenda di A2A-AeB, preferendo trovare scuse come “dobbiamo leggere bene le carte” (il cartomante in questione è il Sindaco di Desio), la società CEM Ambiente vorrebbe acquistare il forno inceneritore di Trezzo, senza nemmeno passare dai consigli comunali che dovrebbero dare l’indirizzo ai propri sindaci.

Tutto questo non genera mai nessuna riflessione e il motivo inconfessabile è che queste aziende pubbliche sono talmente potenti da imporre le proprie scelte alla politica, a cui conviene restare immobile.

Come se i comuni fossero controllati dalle aziende e non il contrario. O forse si potrebbe dire che le segreterie di partito usano queste aziende per il proprio tornaconto e i loro sindaci fingono di non vedere, perché potrebbero averne altrettanti vantaggi personali.

Altrimenti non mi spiego perché da dieci anni sto dicendo che in questo settore c’è odore di malaffare e mai a nessuno è venuto in mente di andare a fondo.

Chissà se il recente intervento della Procura sarà sufficiente ad aprire un confronto su questi temi, oppure vincerà l’istinto di conservazione di mettere la testa sotto la sabbia aspettando che passi la bufera?

Questa volta a fare la differenza non sarà la Procura ma l’attenzione che i cittadini vorranno dare a questi argomenti. Perché se per esempio la TARI è così alta in certi comuni come Monza, c’è probabilmente una spiegazione nelle gare vinte sempre dalle stesse ditte.

admin

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